2012-11-24

Viola, re-edited!




Viola nasce da un racconto di Fabio Ognibene, poi diviene libro illustrato da Sara Garagnani (2011). L'anno successivo vengono coinvolti due musicisti: Meike Clarelli (cantante e ricercatrice vocale) e Vincenzo Scorza (compositore di elettronica) che compongono una partitura di 24 minuti circa: Viola si è fatta musica. Nel marzo 2012 c'è la "prima" performance live tenuta allo Spazio Sì di Bologna dai due musicisti, accompagnati dal video di Sara Garagnani. Ancora nell'ambito di Peraspera Off, luglio 2012, alla galleria d'arte Art To Design. Viene replicato poi allo spazio MenoMale di Bologna, dove si arricchisce di una nuova dimensione: Rossella Dassu e Stefano Questorio interpretano il testo e ne fanno una performance. Ora viola è un racconto, una serie di acquerelli, un libro illustrato, un'opera musicale, una performance musicale, una performance recitata.

Ma chi è Viola? 


Il progetto è coordinato da Maria Donnoli.

L'uomo dei mulini a vento in stampa!

Eccolo in preview.

2012-03-20

Vi chiederete chi sia Viola.



Viola è una favola illustrata dedicata ad un pubblico adulto, trasformata in esperienza immersiva dai quattro artisti protagonisti del progetto.
Il percorso visuale e sonoro attraversa l’intero spazio, sublima i segni grafici della pagina stampata in toni emotivi non attesi.

V I O L A - Performance per voce ed elettronica 
SABATO 24 marzo h.21:00 e DOMENICA 25 marzo h. 18:00
Atelier Sì - via S. Vitale 67 - Bologna 

Management e comunicazione: Maria Donnoli


Ispirato ad una favola per adulti di Fabio Ognibene:
























Viola è una storia costruita su atmosfere oniriche e rarefatte;
non una storia d’amore ma la storia di qualcosa che c’entra
con l’amore, la morte, la paura della vita e l’attrazione
per la paura stessa. Viola nasce come racconto illustrato, fiaba
per adulti, manuale delle perversità sentimentali, teorema
che reca l’esatta e perfetta formula matematica con la quale si
raggiunge il grado più alto della tensione emotiva e affettiva
in un rapporto, arrivati al quale si comincia a sprofondare,
ormai definitivamente annientati. 

E’ il protagonista, che parla in prima persona, a spiegarci una relazione totalizzante che
da amore immenso, incontenibile, si trasforma in una prigione
dorata, in un autoannientamento fatale e dolcissimo, in un’immersione
in una particella incontrollabile e infinita di universo statico,
sospeso, antigravitazionale nel quale la vita paradossalmente
viene sconfitta e abbattuta in nome dell’amore e può essere
recuperata solo attraverso un atto contrario alla vita
stessa, con un gesto di ribellione contro l’amore, seguendo una
pulsione di morte che, latente nelle profondità dell’animo
dell’uomo, irrompe improvvisamente con un’esplosione silenziosa
e malinconica. La voce narrante è stranamente calma e
posata mentre ci spiega la gioia, il dramma, la paura, la morte,
l’amore. Ed è in questa calma e naturalezza che si trova l’unicità
e il senso dell’opera, è questo tono che rivela l’esatta composizione
dell’essenza delle cose che non si possono vedere ma
ci sono e pesano; e, precisamente, pesano sempre più di quanto
carico possiamo sopportare. (FABIO OGNIBENE)